Riparazione su uno scafo di vetroresina
Giuseppe da Venezia ci invia la documentazione della riparazione della sua barca a vela a seguito dell’impatto con corpo estraneo sommerso.
Sul fianco destro si evidenziava una lesione che apparentemente non dava preoccupazioni, ma a seconda delle manovre si verificavano delle minime infiltrazioni d’acqua.
Complimenti Giuseppe, ottimo lavoro!

Dall’interno non si riusciva ad individuare la lesione, si pensava in corrispondenza dell’ordinata, ma dopo aver carteggiato dall’esterno, si è rivelata in corrispondenza del rinforzo orizzontale.


Con il flex dotato di disco con lamelli di carta vetrata si asporta la vetroresina per preparare il supporto, e con l’occasione si inteviene anche su una vecchia riparazione sull’ordinata.


A sinistra vista dall'esterno e a destra dall'interno della zona d'intervento prima di iniziare le operazioni di chiusura.


Si fissa all'esterno dello scafo (vedi foto a destra), in corrispondenza del foro, un fazzoletto di Peel Ply sul quale si appoggia un cartoncino tenuto da nastro di carta.


Lavoriamo dall'interno: si prepara un adeguato quantitativo di 10 10 CFS e dei fazzoletti di tessuto di vetro biassiale +/- 45° da 300 g/m2, sovrapponendoli fresco su fresco, partendo dall’interno del rinforzo cilindrico laterale, fino a completo riempimento. Successivamente si applicano più strati di tessuto da 300 gr partendo dalla parte superiore del cilindro a scendere seguendo l’andatura dello scafo. Nella fotografia a destra come si presenta il lavoro all'esterno il giorno dopo, una volta rimosso il cartocino e "strappato" il Peel Ply.


Si carteggia la parte in vetroresina vecchia, preparandola per una applicazione di un ulteriore strato di tessuto con 10 10 CFS contornando con nastro carta per non intaccare altre zone. Il giorno dopo carteggiatura, stuccatura con Nautilus Epoxy Fine Filler, Nautilus Epoxy Primer e smalto Nautilus Polyurethane ENAMEL. E questo è il risultato...










