L’autocostruzione di un Gozzo a Vela Latina
dal progetto al varo!
Abbiamo avuto il piacere e l’onore di seguire Michele di Acciaroli, in provincia di Salerno, nella costruzione di un gozzo tradizionale a vela latina. L’impresa, perché di un’impresa si tratta, è durata quasi 6 anni. Il risultato è stupefacente, emozionante. E anche le parole del costruttore che ci scrive trasmettono tutte le emozioni di questo “viaggio costruttivo”.
L’idea di costruire un gozzo d’epoca armato a vela latina l’ha avuta a settembre 2012 e ad ottobre ho incominciato i lavori per completarli a marzo 2018. Michele ha progettato uno scafo di 6 metri , largo 2.
“Per prima cosa ho deciso la lunghezza dello scafo (6 mt) – ci racconta – e ho trovato il giusto compromesso sulla larghezza utilizzando il rapporto 1 a tre per avere un profilo tale da darmi una forma slanciata e stabile.
Per aumentare la stabilità di forma, la sezione maestra è stata disegnata molto panciuta e con fondo quasi piatto (sono le spinte più lontane dalla sezione longitudinale che danno stabilità all’imbarcazione).
Per ridurre la resistenza all’avanzamento e lo scarroccio, il quarto di poppa ed il quarto di prua sono stati fatti molto stellati.
La stellatura migliora la penetrazione della prua nell’acqua, permette all’acqua di lasciare la poppa senza turbolenza ed onda, aumenta il piano di deriva e riduce lo scarroccio dell’imbarcazione nelle andature di bolina!”
La scelta dei legni è stata ben ponderata: chiglia, dritto di prua e dritto di poppa vengono fatti in iroko, contro dritto di prua e di poppa di frassino, ossatura (madieri, staminali, bagli) di frassino, fasciame opera viva e morta di mogano sapelli, falchetta di mogano sapelli, bordo di falchetta di mogano sapelli con inserto di acero bianco, il ponte con doghe di mogano sapelli e listelli di acero bianco, albero maestro, penna, bompresso di yellow pine, remi di frassino, paiolo di mogano sapelli con listelli di acero bianco, bozzelli di frasino.
Anche le vele vengono autoprodotte in cotone con ferzi verticali da 60 cm per randa e 45 cm per fiocco e cordame di canapa!
Altri momenti della costruzione del gozzo!
… ci vogliono sei anni ma Michele ed il 10 10 CFS non si perdono d’animo!
Il varo!
Riportiamo le parole di Michele, nella sua email ci descrive il varo con grande emozione … la festa di un’intera comunità di appassionati!
“10 marzo 2018, il rito della cerimonia religiosa, poi la madrina e la bottiglia di spumante, anzi le bottiglie, perché la prima è esplosa appena ha visto la barca e mai s’è visto un armatore più bagnato. Ed è stato un tripudio di bollicine, una gara tra bottiglie ed armatore a chi era più…. spumeggiante. L’armatore ha raggiunto il settimo cielo, era in paradiso con quell’entusiasmo maturato in 5 anni di duro lavoro all’ascia o alla macchina da cucire.
E che barca! Uno scafo in tavole di mogano da 13 mm ed una coperta da museo del mobile; l’hanno già prenotata per l’esposizione universale del 2020 a Dubai!! Ogni dettaglio costruttivo è opera di Michele, dal progetto all’esecuzione, un tripudio di ottoni e vernici, insomma un’opera magnifica!
Si chiama Lady Dany, in onore della signora Daniela, è una barca che farà parlare di sé e del suo armatore, che intratterrà il pubblico a Pisciotta il 2 e 3 settembre 2018 con un documentario sulla sua avventura . Parteciperà alle regate del Circuito delle Sirene, a settembre in Campania, e tante trasferte anche in Liguria, Toscana, Sardegna, Puglia e Sicilia, un’altra regione, come la Campania, in cui i mastri d’ascia costruiscono ancora barche a vela latina!”