Gli Anodi

Anno 9 n°51 – dicembre/gennaio 2009

Sulle barche in esercizio si vedono spesso apparire in carena e sui timoni un numero spropositato di anodi sacrificali, gli zinchi.

Si crede opportuno incrementarli per fronteggiare le correnti galvaniche anche dei “vicini” e fin qui niente di male. Il problema è che vengono posizionati nei punti meno idonei come la pala del timone, in carena e, nel caso di barche a motore, anche sui flaps.

A fine stagione sono i più consumati, convinti che abbiano lavorato bene, invece il timone ha una turbolenza maggiore (specialmente nelle barche a motore) che ne accelera il consumo.

In fase progettuale, sopratutto per le barche a vela, viene eseguito uno studio approfondito per mantenere sul timone un flusso ordinato di moto laminare che dà maggiore reattività alle manovre e permette di ridurre anche la superficie della pala e di conseguenza l’attrito. Nella barca cui fanno riferimento le immagini di questa pagina, nata quasi cento anni fa senza motore, in un refitting importante, è stato scelto di fare uscire l’asse con l’elica alterando completamente il raccordo tra il dritto di poppa e il timone. L’alloggiamento per l’elica è molto sacrificato, morsicando un po’ da un parte e un po’ dall’altra.

L’aggiunta di un numero cospicuo di zinchi peggiora ulteriormente l’efficienza della portanza. Il profilo è costantemente uniforme e massiccio anche nell’ “uscita”, non ha una forma idonea che lo faccia governare efficientemente. Già nel XVIII secolo (ai tempi della rivoluzione francese) Sir George Carley rilevò le misure della sezione orizzontale di una trota, che risultarono quasi identiche a quelle di un profilo Naca della serie 63 (da: Capire e progettare le barche di P. Lodigiani, ed. BCA, pag. 28).

Per ottenere il miglior comportamento idrodinamico sarà necessario riportare a legno il timone ed ingrossarlo a circa 1/3 della corda per poi diminuirlo nei 2/3 successivi.

Per fare questo è sufficiente una mano di C-Systems 10 10 CFS e un riporto fatto con Nautilus Epoxy Light Filler, stucco epossidico ultra leggero oppure aggiungendo al C-Systems 10 10 CFS il Microfiller Powder. Nel caso del timone di metallo, dopo la sabbiatura applicare due mani di Nautilus Epoxy Primer e la lavorazione successiva resta identica.